(Scritto da Giorgio MACELLARI)
A Verona, ieri, è stata scritta una pagina importante nella storia della Federazione: dopo 24 anni di presidenza targata Romolo Rizzoli, infatti, i rappresentanti delle società, dei tecnici e degli atleti hanno deciso che, almeno per i prossimi quattro anni, a presiedere la Fib sarà Marco Giunio De Sanctis. Un cambiamento epocale, dunque, per le bocce. Con ogni probabilità, ci saranno strascichi giudiziari alla fine di una dura e articolata campagna elettorale che, in qualche modo, ha diviso il movimento. In questa sede, per quanto ci riguarda, non intendiamo entrare nel merito delle vicende che hanno coinvolto i due candidati alla carica di presidente della Federazione: non ci compete. A noi preme invece che il nuovo presidente, appoggiato dal rinnovato consiglio federale, dedichi energie e risorse per quello che ci auguriamo possa diventare il “Rinascimento” delle bocce. Non solo. Nel suo intervento di ieri, De Sanctis ha ribadito che intende essere il presidente di tutti i tesserati. L’auspicio, insomma, è che l’intero movimento possa ricompattarsi attorno ai neo-eletti dirigenti e che le menti pensanti disponibili possano dare una mano concreta soprattutto per rilanciare l’immagine dello sport che amiamo. Non ci attendiamo miracoli; ma una sorta di “Rinascimento”, per l’appunto, quello sì. Detto questo, ieri, a Verona, siamo stati testimoni anche di una notevole disorganizzazione: la nostra impressione è che davvero mancasse una regia. Non era facile, beninteso. Abbiamo apprezzato lo sforzo immane e il lavoro massacrante a cui si sono sottoposti coloro che erano deputati ad accogliere i partecipanti all’assemblea elettiva. Così come abbiamo apprezzato l’opera del presidente dell’assemblea, della commissione verifica poteri e degli scrutatori. Nulla da dire a queste persone: a loro va rivolto solo un doveroso ringraziamento. Tuttavia, resta nei nostri occhi l’immagine di una convention un po’ troppo simile a un bastimento alla deriva, dove i marinai si affannavano a tappare le falle senza precise direttive da parte dei superiori. Ripetiamo, a scanso di equivoci: non era facile. Ma si sarebbe potuto fare di meglio. E quando, su nostra precisa richiesta di avere un accredito per la stampa, ci siamo sentiti rispondere dal segretario generale “Non riteniamo opportuno rilasciare accrediti per la stampa, visti gli articoli apparsi sui giornali”, beh… abbiamo pensato dapprima che scherzasse; poi, preso atto della sua seria espressione facciale, abbiamo compreso che non scherzava affatto. D’accordo: c’era tensione nell’aria. La si percepiva. Beh, è finita. Siamo proprio contenti se si cambierà registro. Lo speriamo. W lo sport delle bocce.